NOTE DI DEGUSTAZIONE
Alla vista è brillante, di colore giallo dorato intenso, con perlage fine, fitto e continuo. Al naso è intenso, persistente, elegante, aromatico, con netti sentori floreali, fruttati e vegetali di zagara, canditi di agrumi, confettura di pesca bianca, di zafferano ed erbe aromatiche.
In bocca ti coinvolge con una bollicina secca e croccante, senza nessun indugio dolce come invece suggerisce il naso. Fresco, sapido, minerale, delicatamente caldo, di equilibrata struttura e persistenza aromatica, con gradevole finale di mandorla. Retrogusto: vena sapida e note floreali, fruttate e vegetali.
In bocca ti coinvolge con una bollicina secca e croccante, senza nessun indugio dolce come invece suggerisce il naso. Fresco, sapido, minerale, delicatamente caldo, di equilibrata struttura e persistenza aromatica, con gradevole finale di mandorla. Retrogusto: vena sapida e note floreali, fruttate e vegetali.
LAVORAZIONE PRODOTTO
Rifermentazione e presa di spuma in bottiglia con lieviti propri e successivo affinamento sugli stessi per minimo 12 mesi nella cantina interrata a temperatura costante tra 10° e 12°.
FASI DI APPASSIMENTO DAL 10 LUGLIO AL 30 OTTOBRE
FASI DI APPASSIMENTO DAL 10 LUGLIO AL 30 OTTOBRE
CANTINA
Il Moscato di Trani è il vino D.O.C. più nobile e antico di Puglia.
Il conte di Trani, Roberto d’Angiò (sec. XIV), se ne occupò tanto da porre un limite alle esportazioni del vino di qualità dai porti del Regno di Napoli, provocando così il malumore dei mercanti Veneziani.
Nel ‘500 il celebre viaggiatore Fra’ Leandro Alberti, autore di una monumentale “Descrittione” dell’Italia ne aveva apprezzato la bontà definendolo “tanto eccellente ch’è cosa molto delicata da gustare”.
Da allora il “Moscato di Trani” ha continuato a essere sempre più apprezzato, fino a giungere al 1974 allorchè con l’avvento della D.O.C. fu perfezionato e nobilitato.
Il conte di Trani, Roberto d’Angiò (sec. XIV), se ne occupò tanto da porre un limite alle esportazioni del vino di qualità dai porti del Regno di Napoli, provocando così il malumore dei mercanti Veneziani.
Nel ‘500 il celebre viaggiatore Fra’ Leandro Alberti, autore di una monumentale “Descrittione” dell’Italia ne aveva apprezzato la bontà definendolo “tanto eccellente ch’è cosa molto delicata da gustare”.
Da allora il “Moscato di Trani” ha continuato a essere sempre più apprezzato, fino a giungere al 1974 allorchè con l’avvento della D.O.C. fu perfezionato e nobilitato.
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